Per tutto il ventesimo secolo si è ritenuto che l’ulcera fosse provocata prevalentemente dallo stress o dalla dieta sbagliata o dall’assunzione di farmaci senza protezione

È all’inizio degli anni Ottanta che prende forma un’ipotesi diversa, secondo cui l’origine dell’ulcera sarebbe anche  infettiva. Nel 1982, due medici australiani Robin Warren e Barry Marshall isolano per la prima volta un batterio, H. pylori, che sembra essere il miglior candidato per spiegare lo sviluppo dell’ulcera gastrica e duodenale. La comunità scientifica accoglie con freddezza questa scoperta e sarà soltanto nel 1994 che il National Institute of Health (Nih) americano dichiarerà l’esistenza di una stretta associazione tra l’ulcera gastroduodenale e l’infezione da Helicobacter. Nel 1996 la Food and Drug Administration (Fda) approva negli Stati Uniti il primo trattamento antibiotico specifico. Come vedete a volte la scienza è lenta ad accettare anche cose ovvie. Gli scienziati riceveranno il premio Nobel

Oggi si stima infatti che circa il 90% delle ulcere duodenali e l’80% di quelle gastriche siano di origine infettiva.

Le modalità con cui l’Helicobacter si trasmette sono ancora sconosciute e attualmente l’uomo è l’unico serbatoio noto di questo batterio. La modalità di trasmissione più probabile è quella orale, o oro-fecale.

A lungo termine, l’infezione da H. pylori è associata a un aumento di 2-6 volte del rischio di linfoma MALT e soprattutto di carcinoma gastrico, il secondo cancro più comune nel mondo, soprattutto in Paesi come la Cina o la Colombia dove più di metà della popolazione infantile è infetta da H. pylori.

Oggi questo batterio è il patogeno umano piu’ diffuso al mondo. Dove c’e’ minore igiene si diffonde meglio, ma esistono persone con una certa resistenza alla sua infezione

Quando infatti si ha l’ulcera è fondamentale oltre che adattare la dieta, diagnosticare la sua presenza attraverso la ricerca delle IgG nel sangue, oppure con il test del respiro dopo aver somministrato al paziente dell’urea marcata radioattivamente, si misura la quantità di anidride carbonica emessa con l’espirazione; questo gas costituisce infatti il prodotto metabolico del batterio in presenza di urea (sensibilità e specificità 94-98%), oppure l’endoscopia che è l’esame madre e definitivo per capire la natura e l’origine

Una volta accertata l’origine infettiva dell’ulcera, il trattamento consiste in una terapia a base di uno o due antibiotici, Per alleviare i sintomi, inoltre, vengono solitamente associati farmaci antiacidi, come gli inibitori di pompa. Se viene condotta in modo regolare, la terapia risulta risolutiva nel 90% dei casi.

In generale, si raccomanda comunque di lavarsi bene le mani, mangiare cibo adeguatamente cucinato e bere acqua sicura. Ecco perché se la verdura e la frutta non sono sicuri in termini di igiene è meglio prima pulirli oppure cuocerla.

Viviamo con batteri e dobbiamo alimentarci correttamente, queste due cose devono convivere bene assieme. Ma se avete bruciore nella regione epigastrica e togliendo caffe e alimenti acidi non passa, è da valutare un approfondimento. Se si ha nausea e vomito frequente, oppure reflusso gastroesofageo  e perdita di appetito sarebbe meglio approfondire. Come tutti i batteri infettanti e saprofiti, rimane li e pian piano ci distrugge. Mentre una volta scoperto con una cura di poche settimane viene debellato.

Se la gastrite non è di origine batterica, allora potrebbe avere una origine farmacologica, oppure legata allo stress e alla cattiva alimentazione. Due fattori da considerare non appena si esclude l’helicobacter.