Quando negli anni ‘80 mi apprestai a studiare gli effetti degli integratori per lo sport, fino ad allora limitato a olio di fegato di merluzzo, proteine e lievito di birra, capitai su diversi studi che prendevano in considerazione gli aminoacidi ramificati per gli sport di resistenza, con risultati scientificamente inopinabili.

Ancora oggi rimangono tra gli integratori più venduti a dimostrazione della non ondivaga moda, ma piuttosto di una conclamata azione a livello metabolico.

A questi altri integratori si sono aggiunti, ma loro rimangono un caposaldo nella medicina sportiva, sia per innocuità che per miglioramento della resistenza muscolare.

Fino a quando si ritenne che le proteine non venissero utilizzate a scopo energetico durante l’esercizio fisico, a condizione che il rifornimento calorico in carboidrati e grassi fosse adeguato, l’interesse verso preparati aminoacidici fu minimo, ma da quando si scoprì invece che l’ossidazione degli aminoacidi a scopo energetico si verifica già nelle prime fasi dell’esercizio e acquisisce sempre più importanza con il perdurare e l’intensificarsi dello stesso, l’utilizzo dei BCAA ha preso infatti piede.

L’attività muscolare di endurance, se particolarmente prolungata, è caratterizzata dalla riduzione della sintesi proteica a causa della carenza di aminoacidi che si verifica in seguito al loro utilizzo come fonte ener getica.

Questa degradazione si prolunga anche nella prima fase di recupero per rifornire le fibre muscolari danneggiate.

Ecco qua in sintesi la motivazione per cui i BCCA sono utilizzati prima dell’allenamento (per prolungare la resistenza muscolare) e dopo l’allenamento per facilitare il recupero.

Studi scientifici hanno dimostrato la validità del loro impiego se utilizzati con un rapporto 2:1:1 (2 leucina, 1 isoleucina, 1 valina) e il fabbisogno raccomandato giornaliero ammonta in totale a circa 80- 90 mg/kg/die (circa 6gr/die per un individuo di 70Kg). Ovviamente negli atleti di potenza o di endurance questa dose può essere elevata a 150-200 mg/Kg/die.

Quindi quasi raddoppiata.

Inoltre nel tempo si è compreso che dei tre, la Leucina, é la più importante in quanto precursore dell’HMB e dell’IGf1 due importanti componenti dello sviluppo muscolare.

Per chi si allena per la forza meglio alzare i livelli di Leucina e usare preparati con rapporto 4-1-1 o 8-1-1 a favore della leucina o la glutammina post allenamento, per chi invece fa sport di resistenza può trovare notevole giovamento dall’utilizzazione di questi aminoacidi preallenamento e post allenamento nella loro formula classica.

Oramai sono decenni che si usano. Inizialmente la comunità scientifica fu molto scettica sulla loro reale efficacia, ma i risultati scientifici e sportivi ha dovuto farli ricredere. Non è inusuale comunque sentire ancora medici riferirsi a tali aminoacidi con un senso di preoccupazione per il fegato o i reni, ma non devono dimenticare invece che questi stessi, sono una volta assorbiti a livello intestinale, per la maggior parte utilizzati e metabolizzati a livello muscolare, migliorando il bilancio azotato anche di pazienti deperiti.

I malati epatici infatti spesso ricevono come cura aminoacidica, una cura a base di aminoacidi ramificati, proprio per la loro localizzazione metabolica e il facile assorbimento intestinale.