ACQUA QUALE, QUANTA E PERCHE’

Carissimi lettori, con questo articolo parlerò di un elemento essenziale per la nostra vita che diventerà ben presto, per motivi poco chiari, un bene di lusso. La popolazione mondiale sta crescendo, anche se non dovrebbe visto il difficile futuro nella nostra amata terra. In molti paesi incluso il nostro, vengono incentivate le politiche di facciata di sovvenzione crescendo il debito che verrà pagato da chi al momento non può scegliere, i nostri figli. Si vuole aiutare chi ha bisogno, ma non si affianca a ciò una politica fondamentale di sviluppo e di crescita. Perché solo con la crescita si può pensare a dare redditi senza far niente a chi per motivi vari non può lavorare. Invece di pensare a uno sviluppo e a un lavoro di cittadinanza ci si concentra invece su sudditanze che nei vari periodi politici hanno alimentato più il voto che lo sviluppo del paese nostrum. Una delle cose che più mi preoccupa come cittadino e studioso della scienza è l’approvvigionamento delle risorse idriche mondiali che a motivo di due fondamentali motivi sta riducendosi sempre più. Uno il surriscaldamento del pianeta che prosciuga le fonti superficiali, causato da una politica industriale dello sfruttamento senza mai pensare al futuro e un ‘altra un aumento della popolazione preoccupante anche e proprio in quei luoghi dove approvvigionarsi di acqua sta diventando difficile.

Cosa possiamo fare ? La soluzione la si ritrova già nelle mie parole, ma mi concentrerei sulla natura dell’acqua e cercare di capire quale bere per ridurre l’impatto ambientale.

L’acqua delle città che i nostri acquedotti ci offrono è realmente salubre ?

Essa lo è, ma la qualità cambia da città a città. Perché un’acqua sia considerata salubre e non solo potabile deve avere una concentrazione di sostanze chimiche al di sotto di un certo limite e una concentrazione batterica bassa. Quest’ultimo si ottiene con l’aggiunta di cloro alle acque di superficie dopo che esse hanno subito un trattamento di filtrazione varie. Le acque dei rubinetti si possono quindi considerare bevibili e potabili, ma cambiano da città a città in termini di contenuto di Sali minerali con alcune acque più dure di altre e contenuto di cloro e quindi clorammine generate dalla reazione del cloro con sostanze organiche diverso e in relazione alla carica batterica iniziale. I cittadini dovrebbero avere il diritto di conoscere la composizione delle acque distribuite per poter scegliere con conoscenza, ma questo è  un diritto concesso a pochi. La presenza di Sali minerali come dirò dopo è una buona qualità ad esclusione per lavatrici, lavastoviglie e caldaie. Ma il corpo umano non è una lavatrice e la presenza di Sali di calcio ( quindi calcare può considerarsi un plus e non un meno ). La presenza invece di cloro potrebbe essere un lato negativo perché se troppo elevato potrebbe avere effetti negativi a lungo termine come le formazioni tumorali dell’apparato gastroenterico. Ma il risultato che si ha giustifica i mezzi in quanto non possiamo permetterci di ammalarci di infezioni batteriche solo perché vogliamo meno cloro. Inoltre le acque migliori sono quelle profonde, ma una volta i pozzi erano comuni in ogni casa, ora l’approvvigionamento idrico è  gestito da municipali che potabilizzano spesso acque di superficie e quindi l’aggiunta di maggior cloro è essenziale.

Seconda domanda le acque pubblicizzate come iposodiche e a basso contenuto di residui minerali e leggere sono veramente utili alla salute ?

Purtroppo no. Le famose plin, plin, acque leggere sono solo una trovata pubblicitaria. Le migliori acque sono quelle con proprietà alimentari e salutari proprio grazie al contenuto di minerali. Se poi andate a calcolare il contenuto di sodio ( che alle donne interessa molto ) di una acqua ricca in minerali rispetto a una iposodica vi rendereste conto che anche se assumeste una acqua minerale e non “leggera”, la differenza è  talmente minima da passare chimicamente inosservata. Diverso il discorso del calcio. Ci sono acque che hanno parecchio calcio, ma oltre ad essere ininfluente per chi ha calcoli renali in quanto poco viene ad essere assimilato soprattutto se si pasteggia con vegetali e legumi, troppe alimentazioni sono carenti di calcio e vitamina D. Le acque ad alto contenuto di minerali sono quindi migliori per la nostra salute piuttosto di quelle oligominerali di fonte oppure quelle depauperate dei Sali con il metodo dello scambio ionici, come quelle che vengono offerte nei ristoranti che sono povere di Sali, ma ricche di cloro.   Quindi ora che la stagione è  calda, preferite le acque ricche di minerali senza preoccuparvi in modo ASSURDO E INGIUSTIFICATO  del contenuto di minerali che invece è salutare.

Quanta acqua bisogna bere ?

A questa domanda rispondo dicendo che dipende da quante calorie consumate quindi di base per ogni 1000 Kcal che consumate con la dieta ci vuole almeno un litro di acqua, che però deve essere aumentato di 500 ml durante il periodo estivo e altri 500 se vi allenate e quindi il conto è rapidamente fatto . Bisogna bere più di quanto facciamo questo di sicuro.

L’acqua poi deve essere consumata e non sprecata, ma deve rimanere un bene essenziale per la vita. Alcuni economi, banche e industriali spingono per una parificazione del bene acqua a petrolio e gas. Mi si rizzano i capelli quando sento queste idiozie. La loro giustificazione è la seguente: se l’ acqua la facciamo pagare cara in relazione all’offerta siamo certi che la gente non la sprechi. Peccato che i peggiori spreconi sono proprio i ricchi e coloro che inquinano il pianeta. L’Acqua non è  un bene come il petrolio. Esistono dei beni essenziali per la vita che sono ( acqua, cibo, casa, assistenza sanitaria e cultura ) che non devono essere sprecati, ma su cui si deve controllare che lo spreco non ci sia. A tutti dovrebbe essere garantito un accesso di base fondamentale e preferibilmente gratuito e resto invece si dovrebbe pagare, soprattutto se si spreca. Ma lontano anni luce da società di capitali che gestiscano l’acqua come fosse il petrolio perché cosi diventerebbe di certo un bene per pochi. Del petrolio se ne può fare a meno dell’acqua no. E il futuro non è  roseo. Con le banche al comando della gestione economica mondiale e dei governi il rischio di un passaggio verso una gestione di questo tipo dell’acqua c’e’ e si deve combattere. Altrimenti avremo oltre che una ricchezza mal distribuita anche dei beni essenziali privati ai poveri che non potrebbero più permetterselo con rischi per la salute non ipotizzabili. Lo sconcerto per politiche e tendenze di questo tipo supera ogni immaginazione, ma sull’acqua, senza rischio di risultare demagogico, si giocherà il futuro del pianeta terra e se continueremo a non voler guardare al di la del nostro palmo di mano potremmo fare scelte politiche nefaste per la salute della nostra specie.