La malattia del secolo (scorso), che più di ogni altra sta trascinando la società in un baratro di spese sanitarie insostenibili è il sovrappeso e l’obesità. Ci sono Stati negli USA dove ha raggiunto il 50% della  popolazione. In Italia alcune regioni hanno un tasso del 30-40% e in rialzo nella popolazione giovanile. Purtroppo questa malattia ( poiché di questo si tratta ), trascina la popolazione verso altre patologie metaboliche come il diabete e le malattie cardiovascolari, per non parlare dei tumori. Sono la basi per sviluppare altre patologie. Il grasso corporeo fa bene, è un indice di salute solo se rimane entro determinati limiti, altrimenti diventa la fonte per sviluppare molte malattie e rendere particolarmente vulnerabili anche al COVID.

L’Obesità è  però una malattia molto complessa, coloro che mangiano in quantità senza limiti o coloro che ingrassano anche consumando pochi alimenti sono anche vittime e non solo carnefici del loro stesso destino. Spesso non ne hanno colpa. Ci sono tutta una serie di ormoni che regolano infatti l’appetito. Le trasformazioni che gli alimenti di base hanno subito dagli anni cinquanta del secolo scorso hanno alterato la risposta del corpo agli alimenti. Il problema dell’obesità non è infatti nato con l’avvento dell’agricoltura come i sostenitori della Paleo dieta o Chetogenica indicano, ma con l’avvento della trasformazione chimica e genetica degli alimenti, il dominio di multinazionali del cibo e la diffusione incontrollata dei cibi processati e delle bevande dolci. Questi sono stati e sono  tutt’ora la nostra condanna a morte o alla malattia.

Ci si deve rimboccare le maniche e cambiare il nostro modo di intervenire sia come professionisti della salute che come politici. Basare e premiare la prevenzione e i buoni comportamenti, tassare i comportamenti errati. Coloro che han fin qui straguadagnato facendoci ammalare devono ora pagare con tasse più alte e contribuire al pagamento dell’assistenza di coloro che si sono ammalati, ma spesso sono le stesse multinazionali che finanziano l’organizzazione mondiale della sanità o altre società scientifiche che dovrebbero invece proteggerci.