La fisetina è un flavonoide naturale, appartenente alla grande famiglia dei polifenoli presenti in frutti e verdure. Le fragole sono la fonte più ricca, seguite da mele, kiwi, uva, cipolle e cetrioli.
Oltre al suo effetto antiossidante, la fisetina agisce come modulatore epigenetico e senolitico, cioè è in grado di indurre l’eliminazione selettiva delle cellule senescenti – cellule “invecchiate” che non si dividono più, ma rilasciano molecole infiammatorie e ossidanti che danneggiano i tessuti circostanti.
Le ricerche più recenti, condotte su modelli animali e cellulari, mostrano che la fisetina:
- Riduce l’infiammazione cronica di basso grado (inflammaging), inibendo l’attività del fattore NF-κB.
- Stimola le vie di longevità SIRT1 e AMPK, migliorando la sensibilità insulinica e l’efficienza energetica mitocondriale.
- Modula la via mTOR, riducendo la proliferazione incontrollata e favorendo i processi di autofagia.
- Protegge il DNA e i telomeri dai danni ossidativi, mantenendo stabile la funzione cellulare.
- Elimina cellule senescenti in vari tessuti, inclusi fegato, grasso, cervello e pelle.
Questa combinazione d’azioni fa della fisetina un vero agente senoterapico naturale, con potenziale nel rallentare il declino fisiologico legato all’età.
Le proprietà della fisetina si estendono a diversi sistemi biologici:
- riduce la neuroinfiammazione, migliora la memoria e contrasta la formazione di aggregati proteici come la beta-amiloide (implicata nell’Alzheimer).
- favorisce la sensibilità insulinica e riduce l’accumulo di grasso viscerale e steatosi epatica.
- protegge l’endotelio e limita l’ossidazione delle LDL.
- contrasta la degradazione del collagene e lo stress ossidativo indotto da raggi UV e inquinanti.
La quantità di fisetina assunta attraverso la dieta è modesta: servirebbero circa 30 fragole al giorno per raggiungere i livelli efficaci in vitro.Per questo motivo, diversi studi esplorano l’utilizzo di integratori di fisetina pura, solitamente in dosaggi tra 100 e 500 mg al giorno.
In alcune ricerche sperimentali, la fisetina viene assunta a cicli intermittenti (ad esempio 2 giorni al mese), come strategia senolitica, spesso in associazione a quercetina o piperina per migliorarne l’assorbimento.
Tuttavia, l’evidenza clinica sull’uomo è ancora in fase iniziale e i protocolli non sono standardizzati.È sempre opportuno valutarne l’uso con un medico o nutrizionista esperto in medicina antiaging, soprattutto in presenza di terapie farmacologiche.
Integrare la fisetina può essere parte di un approccio globale alla longevità, insieme a:
- un’alimentazione ricca di polifenoli (frutti di bosco, tè verde, spezie, cacao),
- un corretto ritmo sonno-veglia e gestione dello stress,
- attività fisica regolare,
- e periodici cicli nutraceutici personalizzati, che modulano i processi di senescenza e infiammazione.
Ecco che la fisetina rappresenta oggi una delle frontiere più interessanti della nutraceutica antiaging: un composto naturale che non si limita a “proteggere” le cellule, ma ne seleziona la qualità, eliminando quelle ormai disfunzionali.
Sebbene la ricerca clinica sia ancora in evoluzione, i risultati preclinici sono coerenti e promettenti.
Nel contesto di un programma integrato di prevenzione e longevità, la fisetina può diventare un alleato chiave per rallentare l’età biologica e preservare la vitalità cellulare.
