ferro eme e non eme: 
Fermo restando che la forma di origine animale del ferro risulta più assimilabile e facilmente assorbibile di quella vegetale, più che altro per motivi di antilegami e fattori inibenti; non e’ però detto che coloro che sono vegetariani sono a rischio di carenza di ferro e soggetti ad anemia sideropenica  microcitica. Spesso gli alimenti vegetali sono più ricchi di ferro. Ad esempio Per sostituire 150 gr di carne basterebbero 200 gr di fagioli, oppure 4 fichi e 20 gr frutta oleosa , quindi molto meno di quanto un vegetariano o vegano medio consuma giornalmente. Risulta invece utile soprattutto nei vegetariani la vitamina C, ma i vegetariani consumano anche tanta vitamina C . Ecco che quindi nelle indagini epidemiologiche non esiste differenza tra vegani e onnivori nell’ assorbimento del ferro, che diventa un problema soprattutto se sussistono patologie o caratteristiche personali che alterano il suo assorbimento o elevate perdite di sangue, ma sono problemi che possono riguardare sia chi mangia carne che chi non la mangia. Quindi per chi ha problemi di ferro spesso il motivo non deve essere ricercato solo nella carne si o no, ma altrove ovvero da dove origina la carenza. Ovvio che se si tratta di un vegetariano con problemi di assorbimento intestinale o infiammazioni o perdite, la reintroduzione della carne o l’integrazione diventano indispensabili. Trovato quindi l’origine del problema esso puo’ essere risolto, ma ci tenevo a sottolineare che la carenza di ferro non dipende solo dalla dieta